mercoledì 4 maggio 2016

L'ARMATA DEL MIRTILLO NERO DELL'APPENNINO, il nuovo book presto in libreria


Il nuovo progetto della Confraternita del Gnocco d'Oro:
L'ARMATA DEL MIRTILLO NERO
di Luca Bonacini
fotografie di Diego Poluzzi

Parliamo del Mirtillo Nero, il
Vaccinium myrtillus L, un piccolo arbusto spontaneo comunissimo nel sottobosco montano delle Alpi e degli Appennini, dove cresce tra i 900 ed i 1500-1800 metri. Lo si trova nell'Appennino bolognese, modenese e reggiano, come pure nelle provincie di Lucca e Pistoia situati in zone limitrofe nell'alto Appennino. “Piccolo mirto”, come suggerisce il nome, il “mirtillo” venne chiamato così per la somiglianza al suo più famoso parente mediterraneo. Gli antichi romani lo chiamarono Vaccinium, derivando probabilmente la parola dal greco arcaico che significava 'giacinto a fiore blu'. Se occorre aspettare le moderne strumentazioni di analisi per ritrovare un massiccio impiego medico e fitocosmetico del Mirtillo Nero – le cui bacche sono ricche di acidi organici, tannini, pectine e antociani – le proprietà astringenti e disinfettanti avevano già reso celebre l'arbusto, che era apprezzato anche per le foglie. Nel medioevo, un cuscino di foglie di mirtillo era proposto come ottimo rimedio contro le emorroidi. Ma la caratteristica forse più nota del Mirtillo Nero è la sua capacità di aguzzare la vista, soprattutto al buio. Se ne sono accorti, durante la seconda guerra mondiale, i piloti della RAF: grazie a robuste dosi di pane e confettura ai mirtilli le loro incursioni aeree notturne diventavano sempre più precise e micidiali.

Ulteriori informazioni al link:
http://www.edizioniartestampa.com/scheda&id=400

 Tra breve in uscita il libro edito da Artestampa, con i trasformatori e i ristoratori che lavorano il piccolo frutto modenese.


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