Ieri è mancato
Giuseppe Pederiali,
tra i fondatori della Confraternita del Gnocco d'Oro
di Luca Bonacini
Fine narratore, interprete delle leggende e
delle tradizioni padane, appena poteva tornava nella sua Finale. Ogni tanto gli
telefonavo per chiedergli conferma di una ricetta, o di un piatto della sua
amata Bassa modenese, e lui mi svelava la cucina della tradizione di sua mamma e sua
nonna, e mi correggeva ma sempre in punta di piedi. Nei suoi libri non
dimenticava mai di ricordarsi delle persone che aveva a cuore e dei progetti
che portavano avanti nella sua terra di nascita: la gastronomia, i cocktail e i
luoghi di James Bond, a cui aveva contribuito con un racconto breve su 007; la
Confraternita del Gnocco d’Oro, di quest’ultima era stato uno dei fondatori
partecipando al comitato scientifico. Nel suo volume “La Vergine Napoletana”
ancora una volta aveva parlato della gastronomia dell’Emilia e aveva tirato
dentro volutamente il gnocco fritto nella trama. Gli vogliamo rendere omaggio
pubblicandone uno stralcio dal testo. Ciao Giuseppe !
“Rasserenato cambiò discorso: - Amici, cosa
ci darete da mangiare d’ora in avanti?
-Solo focacce, da accompagnare alle
caciotte-rispose Chiappino, tirando su con il naso.-Cos’altro possiamo fare con
farina e strutto?
-farina e strutto?-Ripetè Giovanni. Trasalì
sorridendo:-Ma per il gnocco fritto non occorre altro!
-Gnocco fritto? Mai sentito.
-Sulle montagne e nella pianura di Modena
lo si mangia al posto del pane, alla mattina e nelle pause dei lavori in
campagna …
Chiappino e Menechella, secondo le
istruzioni di Giovanni Vezzani, impastarono la farina con acqua e latte
d’asina, aggiunsero sale e una noce di strutto, e lavorarono a lungo per
rendere l’impasto elastico. Dopo averlo lasciato a riposo per un ora, lo
tirarono sottilissimo e rotondo. Infine lo tagliarono a losanghe. Prima di
mettere le losanghe nella padella dove lo strutto caldo le aspettava,
Menechella domandò a Giovanni, rimasto a dirigere le operazioni mentre Yusuf
Ibn Gwasi riposava nella sua stanza:-Abbiamo dimenticato qualcosa?
-Forse l’aria di Po’ … ma credo che possa
andare bene anche quella di mare.”
Giuseppe Pederiali
La
vergine napoletana, 2009
Lo
scrittore Giuseppe Pederiali
76 anni, è morto all'Ospedale
Fatebenefratelli di Milano. Originario di Finale Emilia nel Modenese, Pederiali
un mese fa era stato investito sulle strisce pedonali a Milano, dove viveva da
tempo. Dal coma non si era mai ripreso. Prima di dedicarsi soltanto alla
narrativa, Pederiali ha fatto molti mestieri, tra cui il marinaio, il
programmatore di computer, il giornalista. Tra le sue opere più note, la
trilogia fantastica formata dai romanzi "Le città del diluvio",
"Il tesoro del Bigatto", "La Compagnia della Selva Bella". Con
il volume di racconti "L'Osteria della Fola" aveva vinto il Premio
letterario Piero Chiara nel 2002.
Al suo territorio, l'Emilia, era legato uno
dei suoi personaggi più noti, l'ispettore Camilla Cagliostri, protagonista di
thriller "Camilla nella nebbia", "Camilla e i vizi
apparenti", "Camilla e il Grande Fratello". Al leggendario
atleta carpigiano Dorando Pietri aveva dedicato il romanzo 'Il sogno del
maratoneta' da cui è stata tratta una miniserie tv con Luigi Lo Cascio andata
in onda un anno fa su Rai1. La sua ultima opera, il romanzo 'L'amore secondo
Nula', parla del legame di affetto tra lo scrittore di Finale Emilia e il suo
cane.
La Repubblica
4.03.2013
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