Trattoria Duomo
a Fidenza
di Luca Bonacini
immagini di Roberto Carnevali
L'ingresso della trattoria |
Un
piccolo e accogliente centro storico e un prezioso Duomo romanico fanno di Fidenza
una cittadina da visitare fuori dai soliti percorsi obbligati. Città d'arte e
cultura sull’antica via Francigena, sorta sulle rovine della romana Julia
Fidentia, nel secolo VII, dopo il rinvenimento delle reliquie di S.Donnino,
prese il nome di Borgo S.Donnino, che le rimase fino al 1927. Ci ha attirati
qua una bella recensione di Edoardo Raspelli che su La Stampa ha parlato con
soddisfazione di una trattoria di proprietà della famiglia Ghiozzi (in arte Gnocchi),
si proprio loro, mamma e fratelli di Gene, l’irresistibile comico emiliano.
l'interno della trattoria |
Una nuova missione per la Confraternita del
Gnocco d’Oro che tra le sue finalità ha il preciso obiettivo di censire
quanti più possibili ristoranti e trattorie friggono gnocco in Italia e
all’estero. Entriamo dunque con una certa curiosità alla Trattoria Duomo, dopo
aver avvertito telefonicamente del nostro arrivo. Un “posto pulito e luminoso” come descriveva Hemingway i luoghi che
gli andavano a genio, già al lavoro ci sono Adriana Orlandelli, Andrea ed Elena
Ghiozzi (rispettivamente mamma, fratello, sorella di Gene), che ci accolgono
con un buon caffè mentre cominciamo con le domande.
Andrea Ghiozzi con la moglie Simone e la mamma Adriana |
Un attività di ristorazione
che risale al ’66 e che si è espressa in più ristoranti tra Piacenza e Parma, prima
di approdare nel 2002 a Fidenza alla “Trattoria Duomo” e poi dal 2010 a pochi
metri di distanza nella sede odierna. Una cucina vetrata a vista nella quale
Andrea, una laurea in scienze politiche nel cassetto, con la moglie Simone si dedica
a preservare le ricette tramandate da mamma Adriana saldamente legate alla più
vera tradizione culinaria parmigiana dove spiccano i tortelli di sfoglia sottile con erbette, ricotta, parmigiano di media
stagionatura; i cappelletti con sugo di stracotto; i pisarei e fasò; il
brasato; lo stracotto; la tartare di manzo; il cotechino; la trippa
(rigorosamente non precotta, che richiede 2 giorni di preparazione); e
l’immancabile torta fritta
preparata con farina, latte, lievito, un poco di olio di oliva nell’impasto e
olio di arachide per friggere.
Malgrado ci disturbi un po’ l’assenza dello
strutto nella frittura, devo riconoscere che all’assaggio risulta equilibrato,
croccante, giustamente sapido, e molto simile al gnocco che si prepara in quel
di Modena, ma tantè ormai mi sono arreso alle mille varianti, e ai mille
ingredienti che un po’ dappertutto si utilizzano per preparare il gnocco fritto
e i suoi fratelli. Ogni tanto arriva Gene
per cenare con amici e colleghi e una sua foto dentro a una vecchia televisione
ricorda l’affettuoso legame con la sua famiglia. Il tempo scorre veloce quando
si ascoltano persone interessanti, che ci parlano di tradizione, di amore per
una professione, di tanta pazienza e impegno, dalla quale emergono ricordi e
aneddoti, di quella volta che venne il
premier Romano prodi con la moglie e dopo aver pranzato volle venire in
cucina per complimentarsi; e di tutti i personaggi
dello spettacolo che prima o dopo sono passati di qua, e mentre ci alziamo
per andarcene, mi scopro a pensare che nulla è stato regalato dalla celebrità del fratello Gene Gnocchi, il successo di questo semplice e
concreto locale della tradizione parmigiana, è tutto meritato.
Andrea Ghiozzi (fratello di Gene Gnocchi) mentre assaggia la torta fritta (per noi il gnocco) |
Cucina eccellente. Serietà, professionalità, simpatia ad accogliervi. Ve lo consiglio
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