Giorgio Pinchiorri
proclamato
ambasciatore del Gnocco nel mondo
ambasciatore del Gnocco nel mondo
di Luca Bonacini
Vinta la soggezione che poteva incutere l'immensa notorietà
del patron del celebre Ristorante fiorentino,
e consegnato l'ambito riconoscimento:
La Confraternita del Gnocco d’Oro, sbarca a Firenze alla storica Enoteca Pinchiorri, dove Giorgio Pinchiorri, natio di Monzone di Pavullo, e la moglie Annie Feolde nizzarda, sono stati proclamati ambasciatori de Gran Gnoc. L'avvenimento accaduto nel 2011 è stato suggellato dalla consegna di alcune eccellenze geminiane : una bottiglia Magnum del Lambrusco Chiarli, neo premiato 3 bicchieri, dalla guida Gambero Rosso, e da una preziosa serie di aceti Giusti, risalenti fino al ‘700, replica di una confezione in legno voluta da Luciano Pavarotti, donata a un asta di beneficenza per la Croce Rossa. Un momento indimenticabile per il Gran Giurì della Confraternita del Gnocco d’Oro, Luca Bonacini, Stefano Reggiani, Pietro Carlo Ferrario, Federico Menetto, Alessandro Boscolo Agostini, Paolo Repetto, che hanno mantenuto l’impegno preso di divulgare, promuovere, e valorizzare, il gnocco fritto modenese, premiando ogni anno, due tra chef, giornalisti, esponenti della cultura, che si siano dedicati con amore al buon cibo modenese. Dopo la consegna a Massimo Bottura, l’importante riconoscimento della Confraternita raggiunge dunque uno dei modenesi più famosi del mondo, nell’ambito della eno gastronomia e nell’arte dell’ospitalità, un raffinato conosseur, somelieres, e imprenditore di successo che ha saputo imporsi con capacità e creatività, divenendo un punto di riferimento assoluto nel mondo del vino. Nella sua leggendaria cantina, considerata una delle quattro più importanti al mondo, riposano casse e casse dei più grandi vini del pianeta, anche di grande formato, con abbondanza di italiani e francesi. Tra quei memorabili Top wine, che giacciono in attesa del palato giusto in grado di apprezzarle, ecco una bottiglia che si ricorda per una vita intera : lo Chateau Lafitte del 1861, quotata oltre 35.000 euro. In sala è obbligatorio sedere e stare al gioco, intraprendendo un percorso sensoriale senza precedenti, lasciandosi prendere per mano da Giorgio Pinchiorri e da Annie Feolde, compagna di una vita, chef di grande caratura che ha condotto la cucina fin dal 1972, complice affettuosa in questa avventura, iniziata con una semplice rivendita e mescita di vini: un bicchiere 25 lire. Tra i grandi ospiti si ricordano il Primo Ministro giapponese Yasuhiro Nakasone e il principe ereditario, arrivati in incognito al ristorante con una giulietta; Giorgio Armani e Valentino, seduti insieme allo stesso tavolo; la famiglia Bush, con il futuro presidente George W. che però ordinò Coca Cola; Oriana Fallaci: «Dal 2001 in poi è venuta ogni qualvolta ha potuto, fino a quando ha potuto. Una delle mie donne preferite di sempre»; Antony “Hannibal Lecter” Hopkins; e tanti altri, ben consapevoli di partecipare a un esperienza indimenticabile.
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