Il GNOCCO del
MAESTRO
di Luca Bonacini
Grande
tenore e formidabile gourmet, Luciano Pavarotti era amante delle cose buone di
Modena e non solo, avendo girato il mondo più volte aveva conosciuto la
gastronomia nella sua più ampia accezione, quanti pranzi e cene di rappresentanza
a cura dei più celebri chef del momento, prima o dopo un concerto, accanto a
premier, ministri, e capi di stato, onorati di essere in compagnia di una delle
voci indimenticabili del nostro tempo, e quante volte insieme a Giulio Bonacini,
uno dei tre amici fedeli della briscola, mentre ci si preparava al rito del
pranzo: “csa magnammia incò? (cosa
mangiamo oggi?)” momento clou della giornata del tenore. Lo zio riservato di
natura quando ne ha voglia mi racconta piccoli aneddoti “del suo amico Luciano”e di quando negli ultimi anni della carriera aveva
chiamato accanto a sé lui, Luciano Ghelfi e Giorgio Maletti amici fin da
bambini. Anni indimenticabili nei quali loro già in pensione seguivano la
stella Pavarotti - per loro solo Luciano - nei teatri delle maggiori capitali
del mondo, per lunghe tournè richieste a furor di popolo, malgrado Pavarotti
avesse ormai dato l’addio alla carriera. Quattro pensionati di cui uno di
lusso, sempre con la valigia in mano tra New York, Londra, Pechino, mentre si
rafforzava l’antica amicizia mai spenta, che risaliva ai tempi di quando erano ragazzi
e giocavano a football nell’Invicta all’ombra del campanile di San Faustino,
fino agli ultimi anni della malattia quando rimanevano a dormire nella stanza
accanto al Maestro, che bloccato in un letto li voleva accanto a sé per
scherzare, ricordare i vecchi tempi e per l’immancabile partita a briscola. Tra
le sue abitudini gastronomiche e le sue preferenze, come i tortellini in brodo,
le tagliatelle al ragù, la terdura, e una inaspettata passione per la cucina
cinese, se ne ricorda però una che riguarda il gnocco fritto. A raccontarla è l’ex
gestore della Casa del Gnocco fritto a S.Maria di Mugnano, dove da parecchi
anni ormai c’è un bar ristorante che in prossimità di un rilevatore di
velocità, frigge gnocco fritto dall’alba fino al primo pomeriggio attirando,
camionisti, agenti di commercio, e impiegati che corrono in ufficio. Un vero e
proprio tempio della modenesità che anche dopo il cambio di gestione avvenuto
da circa un anno, offre il pezzetto di gnocco fritto ben caldo. Una tentazione
a cui è difficile resistere, e che non si faceva mancare neppure Big Luciano,
che usava fermarsi con il monovolume nel parcheggio antistante, e rimanendo in
auto si faceva preparare la prelibata losanga di gnocco per gustarsela in santa
pace. Un rito quotidiano che si perpetrò fino a pochi mesi dalla morte.
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